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Quando un figlio non arriva.

A volte il desiderio di avere un figlio esplode dentro di te e divampa bruciando tutto quello che trova. Senti visceralmente di volere questo bambino che ancora non conosci e fiduciosa inizi a fantasticare e ad applicarti in una ricerca, anche divertente, con tuo marito (compagno, ragazzo ecc.). Al primo test negativo pensi “si sa che ci vuole tempo”. Al dodicesimo test negativo inizi a sentirti demotivata e ci si mettono anche gli altri dicendoti “è tutta una questione di testa, appena non ci penserai più, succederà”. Ah sì? È così che funziona? Beh, a quanto pare non per tutti. Sicuramente non era una questione di testa per me. Le parole fecondazione assistita hanno suscitato in me diversa emozioni quando sono entrate a far parte della mia vita. La prima reazione è stata la paura, il timore di fare qualcosa che non si conosce e soprattutto di cui non si conosce l’esito. Di secondo acchito ho pensato “devo fare tutto ciò che è in mio potere per riuscirci”. E così ho iniziato a ricercare e ad informarmi. Sulle tecniche a disposizione, sui farmaci usati, sui protocolli applicati e sui centri medici più all’avanguardia. Dopodiché ho pensato “non posso affrontare tutto questo senza una rete di supporto. Voglio essere in contatto con altre donne e uomini che hanno i miei stessi problemi, così da poterci confrontare” e così ho aperto i miei gruppi di sostegno che ad oggi contano più di di 10.000 persone. Sì, siamo così tanti.  Io alla fine, grazie ai miei medici, a me stessa, a mio marito, alla mia rete di supporto e a Dio, ce l’ho fatta e sono diventata mamma di due meravigliosi bambini. Il mio pensiero però va ogni giorno alle persone ancora in corsa. Guerrieri che lottano per realizzare il loro sogno di diventare genitori. Fate tutto quello che è in vostro potere per riuscire nel vostro scopo. Studiate, informatevi, ricercate sempre e ascoltate solo il vostro cuore ❤️ https://www.facebook.com/groups/302233563257475/

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Come affrontare al meglio la fecondazione assistita: i miei 5 trucchi

La fecondazione assistita può essere un processo difficile da affrontare. Quindi ho pensato di condividere una lista di trucchi che mi hanno aiutata tantissimo. Gruppo di supporto. Oltre a mio marito ho potuto contare su un gruppo FB di donne e uomini che affrontavano le mie stesse sfide e che erano disponibili a rispondere ad ogni mia domanda o perplessità. Se non sai a chi rivolgerti, nel box sotto al mio ultimo video su Youtube, puoi trovare il link ai gruppi di cui ho parlato e di cui faccio parte. Borsa per affrontare le visite/procedure. Io avevo con me sempre una borsetta che conteneva un raccoglitore con tutti gli esiti degli esami miei e di mio marito e alcune pagine bianche per poter prendere appunti; una penna per poter prendere appunti o firmare i moduli che mi venivano dati; una bottiglietta di acqua; un flacone di igienizzante per le mani; un paio di mutandine pulite e un paio di calzini; delle salviette intime e dei salvaslip. Tieni a mente che esiste l’iperstimolazione. Purtroppo è un evento piuttosto comune nelle donne che affrontano una stimolazione. La buona notizia è che i medici ti terranno sotto stretto controllo ecografico per scongiurare questa evenienza. In ogni caso, occhi aperti e ascolta il tuo corpo. Se qualche sintomo ti insospettisce, fatti controllare. Meglio un eccesso di zelo che un rimpianto. Pick-up. Indossa abiti molto comodi (tipo una tuta oppure un leggings morbido e una maglia larga) e se puoi prenditi almeno un giorno di ferie oltre a quello fissato dai medici. Potresti avere dei crampi, essere gonfia e leggermente dolorante. Nonostante il risultato che ti comunicheranno sappi che hai fatto tutto quello che era in tuo potere. Transfer. Ancora una volta, vestiti comodi. Nel mio centro consigliano di arrivare a questo momento con la vescica molto piena perché questo facilita il trasferimento dell’embrione. La procedura è rapida e assolutamente indolore. Dopo il punto 5 sappi che la parte più difficile deve ancora arrivare e saranno le terribili 2 settimane di attesa prima di poter sapere se tutte le tue fatiche verranno ricompensate. Di questo però, ne parleremo un’altra volta. 

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